Insulina e Microinfusore all’esordio

                                                     Dai farmaci all’insulina

Il diabete di tipo 2 procede per gradi. La terapia, che all’inizio spesso fa a meno dei farmaci, diviene lentamente più ‘aggressiva’ e solo all’ultimo il diabetologo tira fuori la sua ‘arma segreta’: l’insulina.
«Ma se con l’insulina posso portare la glicemia a livelli ideali, perché devo usarla solo all’ultimo quando magari è tardi per gestire al meglio certe complicanze o quando la persona è demotivata?», si è chiesta Mariantonella Ferraro, appassionata diabetologa.
Alla persona che alla diagnosi arriva con una glicemia e una glicata alte, dopo anni di diabete ‘silenzioso’, la Ferraro propone spesso un breve ciclo di terapia insulinica intensiva (anche quattro iniezioni al giorno).
L’insulina permette di ristabilire velocemente un perfetto equilibrio glicemico. Le betacellule che erano state ‘avvelenate’ dall’eccesso di glucosio tornano a produrre insulina.
Insomma seppure temporaneamente il diabete ‘regredisce’. A quel punto il paziente può andare avanti per molto tempo semplicemente sposando un’alimentazione sana e moderata e facendo dell’esercizio fisico.
«L’appuntamento con i farmaci forse è solo rimandato, ma di molto. Se alla diagnosi il paziente arriva con segni di complicanze, l’intervento intensivo insulinico ottiene l’effetto di fermarne la progressione e in alcuni casi anche di regredirle», spiega la Ferraro.
«In questa fase temporanea e intensiva il microinfusore è molto utile, perché permette di ottenere ottimi risultati soprattutto a livello di insulinizzazione basale».
Lanciato nei primi anni ’90 e confermato da studi realizzati in Cina come in Israele e oggi discusso fra gli <I>opinion leader</I> della diabetologia italiana (vedi l’intervista a Francesco Giorgino sul numero 19 di Modus) l’approccio ‘intensivo e preventivo’ al diabete di tipo 2 in esordio è oggetto di grande interesse fra gli scienziati.
«Ma in fondo è una questione di buon senso», si schermisce la Ferraro.

Il microinfusore fa al caso mio?
Si chiama HREF=”http://www.microinfusori.it”TARGET=”out”>www.microinfusori.it</A> e contiene tutto quello che bisogna sapere su quelle che una volta erano chiamate pompe per insulina: diverse pubblicazioni, oltre 50 interviste a persone che utilizzano il microinfusore e a diabetologi che li prescrivono, un dizionario, risposte alle domande più frequenti… Inoltre da luglio su www.microinfusori.it troverete due nuovi contenuti nati a seguito di una precisa richiesta dei lettori.
‘Fa al caso mio’ aiuta a capire in quali casi e sulla base di quali criteri i diabetologi consigliano un microinfusore e dà utili consigli alle persone più motivate a intraprendere questa strada.
‘Doganiere ti scrivo’ è un servizio pensato per chi, portando un microinfusore, teme di avere problemi ai controlli di frontiera o di sicurezza negli aeroporti. Oltre a una breve guida questa parte del sito permette di scaricare e stampare delle lettere tradotte in inglese, francese, spagnolo, greco, turco e arabo che spiegano le esigenze della persona che porta un microinfusore.

In sintesi
– Il microinfusore mima il modo in cui il pancreas sano fornisce insulina al corpo.
– È sempre più utilizzato con successo nelle persone con diabete di tipo 1.
– Rarissimi sono i casi in cui il microinfusore è proposto a persone divenute insulinodipendenti per l’evoluzione del diabete di tipo 2.
– Questa differenza di trattamento è legata a questioni economiche ma anche ad aspetti educativi ed assistenziali.
– Per trarre il massimo dalla terapia insulinica la persona con diabete deve acquisire molte conoscenze e molte capacità e questo non avviene di frequente nel diabete di tipo 2.
– Se queste conoscenze sono presenti il microinfusore può essere adottato con successo sia nella fase avanzata del diabete di tipo 2 sia, temporaneamente, per intervenire sullo scompenso che si rileva alla diagnosi.

da Modus