Corso Residenziale Fandiabet&giovani a Ricadi (VV)

Quando il Diabete va in vacanza…

Una diagnosi di diabete di tipo 1 si presenta fin dall’inizio come un compito arduo sia per il medico che deve comunicare la diagnosi, sia per il paziente che da allora in poi, dovrà rinunciare all’identità da sempre sentita propria e gestire la nuova condizione di malato. Il diabetologo si trova ad operare e a trovare soluzioni all’interno del complesso mondo delle malattie croniche, che a differenza delle malattie acute, le quali con le appropriate cure regrediscono fino alla completa guarigione, possono essere curate ma non guarite definitivamente. Accompagnare il paziente nel vivere giorno per giorno la sua malattia, significa costruire interventi che hanno come obiettivo alleviare la sua sofferenza, ridurre il danno procurato dalla malattia e potenziare le risorse personali al fine di rendere la malattia compatibile con il proprio stile di vita.

Dall’altra parte il paziente che si deve confrontare con la comparsa di una malattia cronica affronta un evento cosi destabilizzante, accompagnato da emozioni complesse, che necessitano di essere sottoposte ad un processo di comprensione, interpretazione e ri-definizione. Il paziente alla luce di questa nuova condizione, da un lato si ritrova a ripensare alla propria vita alla luce dell’irruzione della malattia, dall’altro si deve impegnare nella ricerca di strategie per imparare a convivere con essa, autogestire la propria cura e diventare responsabile del proprio stato di salute. Quando si parla di diabete, non si può fare a meno di considerare anche il grande rilievo che questa malattia ha sulla vita sociale del paziente e della sua famiglia, sui suoi progetti e sulle sue aspirazioni. Fin quanto detto mette in evidenza come le semplici attività di informazione e sensibilizzazione del paziente, da sole non sono sufficienti per scegliere e progettare il miglior trattamento possibile, in quanto la semplice trasmissione di informazioni nella maggior parte dei casi non produce i risultati attesi in termini di cambiamento del proprio comportamento e dello stile di vita del soggetto.

I programmi di Educazione terapeutica si costituiscono come un pratico e concreto supporto per istruire i pazienti e le loro famiglie, nella gestione e nella cura della loro malattia e si caratterizzano per essere dei processi sistematici, di lunga durata che dovrebbero accompagnare la cura a lungo termine del paziente. In particolare i soggiorni educativi oltre ad offrire un’esperienze formativa e allo stesso tempo piacevole, in un clima di incontro con l’Altro, si costituiscono come un importante spazio attivo per  realizzare efficaci programmi di educazione terapeutica.

Spinti dalla consapevolezza che il paziente necessità di avere “Libertà di Vivere con il Diabete” il Coordinamento FAND Calabria referente organizzativo l’associazione FAND Gallico, Diabaino Vip-Vip dello Stretto,  con il Patrocinio del Consiglio Regionale della Calabria, ha proposto il Soggiorno Educativo dal titoloQuando il Diabete va in Vacanza …” svolto nella settimana dal 29 Agosto al 5 Settembre 2015, presso Villaggio Robinson Torre Ruffa San Nicola di Ricadi, Capo Vaticano (VV). I soggiorni educativi offrono ambienti potenziali dove poter proporre ai partecipanti momenti educativi e opportunità di nuovi insegnamenti, dal momento che l’educazione al diabete si costituisce come un processo continuo e costante di apprendimento.

I momenti educativi condotti dall’equipe multidisciplinare, realizzati attraverso lezioni frontali hanno interessato:

  • le conoscenze generali dei partecipanti in merito alla propria malattia,
  • l’adattamento della dose di insulina e la gestione del microinfusore,
  • la dieta e il conteggio dei carboidrati,
  • giochi sugli scambi dietetici
  • simulazioni di situazioni problematiche legate all’iper/ipo glicemia
  • promuovere uno stile di vita sano e l’attività fisica come abitudine quotidiana

Alle lezioni frontali si sono alternati momenti di svago, gioco e divertimento che hanno favorito il confronto tra i partecipanti, i quali hanno potuto condividere i loro problemi e superare la frequente sensazione di isolamento e diversità. Sono stati proposti pasti a buffet che hanno costituito per i partecipanti l’occasione di valutare le conseguenze delle proprie scelte alimentari sui valori della glicemia post- prandiale. Si è deciso di dare spazio anche alle implicazioni psicologiche che il diabete ha sulla vita del paziente e su come gli aspetti emotivi possono influire sul trattamento. Oltre ad essere fondamentali momenti che arrichiscono il percorso di cura dei partecipanti, i soggiorni educativi costituiscono anche un arricchimento professionale per l’intera equipe che oltre ad aver occasione di osservare i ragazzi anche al di fuori dell’ambiente ambulatoriale possono consolidare i rapporti con loro.

La partecipazione ai soggiorni educativi oltre ad avere un valore sul piano educativo nell’insegnare ai partecipanti di essere autonomi nella gestione quotidiana del loro diabete, ha anche un valore sul piano emotivo in quanto può costituire un valido supporto per superare tensioni e paure che spesso accompagnano il vivere con una malattia cronica.

Dott.ssa Caterina Bova