Allergia all’insulina? Grande problema, micro-soluzione

Allergia all’insulina, una condizione rara che complica non poco il raggiungimento dell’equilibrio glicemico anche in una persona con diabete di tipo 2. La soluzione? infondere insulina a piccolissime dosi utilizzando il microinfusore. E così il signor Antonio, 54 anni è divenuto una delle poche persone con diabete di tipo 2 che utilizzano il microinfusore in Italia. E uno dei pochissimi ad aver iniziato alla tenera età di 54 anni.

L’allergia all’insulina oggi è una condizione molto rara. Ironia della sorte, il signor Antonio era una delle poche persone con diabete di tipo 2 ad accettare anzi a desiderare l’insulina per controllare al meglio la sua glicemia. Quando ha iniziato le iniezioni all’inizio non capiva perché la sua pelle si copriva di macchie rosse, si gonfiava.
«A volte mi sentivo come se non potessi più respirare. Era una sensazione bruttissima», racconta. Quando il signor Antonio chiama la sua diabetologa che era in vacanza la diagnosi arriva pronta: allergia all’insulina. «Abbiamo provato a cambiare tipo di insulina, ma la reazione allergica continuava», ricorda la moglie Maria. Qualche settimana senza insulina e poi a settembre la soluzione.
«La diabetologa mi ha proposto di usare il microinfusore», racconta Antonio. Il microinfusore infatti garantisce la fornitura di insulina attraverso l’infusione continua di piccolissime dosi. «L’insulina viene ‘spalmata’ su tutta la giornata», spiega giustamente la moglie. Non si formano quei depositi sottocutanei di insulina che scatenano la reazione. «Infatti da quando uso il microinfusore il problema allergia non si è più presentato», afferma Antonio, commerciante all’ingrosso sempre al lavoro in ufficio o in giro per l’Italia.

Lei sa che sono poche in Italia le persone che usano il microinfusore per gestire un diabete di tipo 2, e comunque oltre i 40-50 anni di età?
Me lo hanno detto. E me ne accorgo quando ci incontriamo in Ambulatorio o in Associazione. I miei ‘colleghi di microinfusore’ hanno 20 o 30 anni. Io, devo dire, non ho avuto grandi difficoltà. Certo forse ci ho messo un po’ di più di un ragazzo a imparare ma mi sono subito trovato benissimo! Piano piano, aiutato dalla diabetologa, dall’infermiera, dall’esperto di Roche Diagnostics e da mia moglie, ho imparato a inserire l’ago, a cambiare la cartuccia, le batterie, a fare i boli prima di pranzo tenendo presente quanti carboidrati ho mangiato. L’unica cosa che non ho ancora imparato è modificare sono le basali.

Sa che programmando piccoli boli con il microinfusore può anche correggere delle iperglicemie…
Certo e lo faccio: mezza unità o una unità quando la glicemia è alta. Ma soprattutto lo faccio prima. Vede io non sono sovrappeso ma sono goloso. Con il microinfusore posso permettermi magari un pasticcino… basta programmare una mezza unità poco prima o dopo e tutto va a posto. E poi penso alle iperglicemie la mattina. Una volta facevano spavento. Oggi quando è tanto è 140. Mi sento più tranquillo e posso fare tutto quello che devo e voglio fare.

Quando ha capito di essere allergico all’insulina, perché non è tornato alle pillole? Forse controllando bene la dieta poteva comunque tenere sotto controllo la glicemia…
Per carità (interviene la moglie) prima di iniziare con l’insulina era seguito con un approccio che prevedeva una dieta molto rigida: era dimagrito, triste, perfino depresso! Neanche a parlarne. L’insulina lo ha fatto rifiorire.

Avere addosso una macchinetta non le da fastidio?
No, per niente l’ho accettata molto bene. Anzi oggi sono una specie di pubblicità ambulante dell’insulina e del microinfusore. A tutte le persone con diabete che conosco dico, “curati il diabete, fai come me, guarda io ora riesco a fare quello che voglio!”.
 

da www.microinfusori.it